All’incontro saranno presenti gli interpreti LIS della Lingua dei Segni Italiana
É impressionante il numero di stranieri ammazzati in Burundi nel corso degli anni. Molti di loro italiani. Religiosi, certo, ma anche volontari o funzionari nell’esercizio del proprio lavoro. Nessuno se ne è mai occupato.
Le autorità ecclesiastiche si sono limitate a farne dei martiri, quelle civili non avevano tempo e interesse per chiedere giustizia.
Raccontando le loro storie provo brevemente, per ciascuno, a ricostruire le cause dell’uccisione. Vent’anni di massacri. Vent’anni di verità mancate, taciute, oscurate.
Bujumbura, Burundi. È il pomeriggio del 7 settembre 2014. Due anziane missionarie italiane, Olga Raschietti e Lucia Pulici, vengono trovate orribilmente massacrate nella loro abitazione.
La polizia circonda l’edificio per garantirne la sicurezza. In piena notte, nonostante la presenza degli agenti, anche una terza missionaria saveriana, Bernardetta Boggian, viene uccisa.
Il fatto, per la sua brutalità e per l’età delle consacrate, fa il giro del mondo, suscitando orrore. Nel giro di poche ore la polizia burundese arresta un malato psichiatrico, che confessa. Il clamore internazionale si placa. Gennaio 2015: la radio burundese RPA, la più seguita nel paese, manda in onda la voce di un uomo che afferma di essere uno dei killer delle suore e indica come mandante dell’operazione il capo dei servizi segreti burundesi, il generale Adolphe Nshimirimana. I riflettori si riaccendono.
GIUSY BAIONI
Giornalista freelance. Segue da anni le vicende dell’Africa sub-sahariana e in particolare dell’Africa centrale. Ha compiuto diversi viaggi in Repubblica Democratica del Congo, nonché in Rwanda, Burundi, Repubblica Centrafricana, Kenya, Sudafrica, Tunisia. Collabora con l’edizione online del Fatto Quotidiano e con diverse riviste legate al mondo missionario (Africa Rivista, Il Regno, Missione Oggi).
Suoi contributi sono comparsi anche su Famiglia Cristiana, il manifesto, lo donna, Narcomafie, Nigrizia, Missioni Consolata, Mosaico di pace.