
DON GIOVANNI MINZONI. MARTIRE E TESTIMONE DELLA LIBERTà
LUNEDÌ 17 FEBBRAIO 2025 ORE 21.00
DON GIOVANNI MINZONI
Ravenna, 1885 – Argenta, 1923 ucciso da squadristi fascisti
MARTIRE E TESTIMONE DELLA LIBERTÀ
Ne parlano don Andrea Turchini, Assistente generale dell’AGESCI e Commissione per la Beatificazione e Carla Bianchi
Iacono, già Cultore di Storia Contemporanea Università Statale di Milano.
Intermezzo musicale: Agostino Migone e Fabio Bigatti.
Evento in collaborazione con Centro di Documentazione sullo Scautismo e Guidismo di Monza e della Brianza, con le Associazioni giovanili Scout della Brianza e con la Comunità Pastorale di Desio
Don Giovanni Minzoni fu da sempre oppositore del fascismo e non mancò di mostrare la sua contrarietà e opposizione al nuovo regime che venne instaurato in Italia nel 1922, si convinse della validità dello scoutismo, per cui decise di fondare un gruppo scout nella propria parrocchia.
La sua voce si leva con chiarezza: «Quando un partito (il fascista) quando un governo, quando uomini in grande o in piccolo stile denigrano, violentano, perseguitano un’idea, un programma, per me non vi è che una soluzione: passare il Rubicone e quello che succederà sarà sempre meglio che la vita stupida e servile che ci si vuole imporre».
La sera del 23 agosto 1923, intorno alle 22:30, mentre stava rientrando in canonica in compagnia del giovane parrocchiano Enrico Bondanelli, don Minzoni fu aggredito da due squadristi di Casumaro, Giorgio Molinari e Vittore Casoni, facenti capo al fututo console della milizia Italo Balbo: fu da costoro colpito alle spalle con sassi e bastoni con una violenza tale da provocargli la frattura delle ossa del cranio.
Nel centenario del suo assassinio, le associazioni dello scautismo cattolico italiano insieme alla Diocesi di Ravenna-Cervia e alla parrocchia di Argenta, si sono fatte promotrici della causa di beatificazione.
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